Esiste una sostanziale differenza tra i difetti e le anomalie che un elemento in legno può presentare. Le anomalie sono delle variazioni rispetto alla forma ideale del legno, considerata come un solido cilindrico con anelli di accrescimento circolari e fibratura diritta e parallela all’asse longitudinale della trave, senza nodi ne altre irregolarità. In quest’ottica, sono considerate anomalie i nodi e le tasche di resina. I difetti invece sono quelle caratteristiche del materiale tali da limitare o pregiudicare il suo utilizzo per un determinato impiego. 

 

Quali sono i difetti nel legno strutturale?

 Parlando di legno strutturale, considereremo difetti tutte quelle anomalie che comportano uno scadimento delle caratteristiche meccaniche.  Tra i difetti possiamo segnalare fenomeni come la cipollatura, la fibratura deviata, alcuni tipi di nodi. È importante sottolineare che i difetti sono tali solo in rapporto ad un utilizzo prefissato e che quelli che possono essere dei difetti, per alcuni utilizzi, non lo sono per altri. 

 

Come si comporta all´acqua all´interno del legno?

Nel momento di taglio il legno presenta un contenuto d’acqua variabile dal 50 al 120 % del peso della massa secca. Questo significa che oltre ad essere piene d’acqua le cellule, sono pieni d’acqua anche gli spazi intercellulari e i vasi linfatici.  Da questo momento in poi il legno inizia a perdere umidità gradualmente e la prima fase avviene senza nessuna variazione di volume. Fino al raggiungimento del valore del 30%, il tronco perde umidità senza nessuna perdita di volume (punto di saturazione delle fibre). Oltre questo limite la perdita di acqua produce delle lievi ritiri e deformazioni. Tali ritiri avvengono in maniera differenziata a seconda della direzione delle fibre. 

I segati vengono commercializzati e parzialmente stagionati; successivamente vengono lavorati fino ad arrivare a umidità pari al 12-18% a seconda dell´uso dell´elemento e delle condizioni climatiche. La trave originalmente tagliata si è ristretta e fessurata tanto da avere forma, peso e misure molto diverse rispetto a quando appena tagliata. Queste fessure vengono denominate "fessure da ritiro". Il procedimento continua all’infinito perché il legno tenderà sempre a mettersi in equilibrio con l’ambiente circostante assorbendo e cedendo umidità come una spugna. Di conseguenza continuerà a ritirarsi e ad espandersi continuamente, solo in maniera sempre più lentamente mano che passano gli anni. Questo significa che è perfettamente normale che le travi in legno massello blockhouse continuino a deformarsi anche a parecchi anni dalla posa.

Anche in questo caso va sottolineato che le fessure da ritiro non vengono considerate dei difetti in ambito strutturale. Se infatti prendiamo a riferimento la norma che detta le regole della classificazione a vista per il legname strutturale, la UNI 11035, vediamo come per la classificazione del massiccio C24 siano ammesse tutti i tipi di fessure comprese le passanti se presenti alle estremità e con lunghezza minore della larghezza dell´elemento.